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Couture in orbit. Moda Tecnologia, ispirazione spaziale

01 ottobre 2015 — 7 minuti di lettura

Sono Annalisa Dominoni, PhD in Space Design, professore di prodotto e moda nelle lauree magistrali in lingua inglese della Scuola del Design: Master Degree in Product Design for Innovation, Space4Inspiration Course, e Master Degree in Design for the Fashion System, Advanced Sportswear Course.

Mi laureo con lode in Architettura con specializzazione in Disegno Industriale a Milano negli anni Novanta.

Il mio progetto di tesi, Atlante, vince la Targa Bonetto (1992), il Primo Premio Nazionale Arti Visive del M.A.G.A. (1993), e il XVII Premio Compasso d’Oro ADI Giovani (1995).

Il mio percorso di ricerca si distingue grazie alla passione per lo spazio e l’universo, nel 2001 conseguo il titolo di Dottore di Ricerca in Disegno Industriale presso il Politecnico di Milano definendo una nuova area di sperimentazione e progetto sul Design per lo Spazio e Ambienti Estremi e contribuendo ad affermare il ruolo del design nel settore aerospaziale e ambienti estremi.

Da allora svolgo attività di didattica & ricerca al Dipartimento di Design del Politecnico di Milano focalizzata sull’innovazione, sulla tecnologia e sui nuovi materiali e wearables per facilitare le missioni umane nello spazio e incrementare il comfort dell’equipaggio grazie a nuovi oggetti ed equipaggiamenti creati per ambienti confinati e condizioni di microgravità. Sono alla direzione di gruppi di ricerca internazionali, coordino iniziative in campo scientifico con le agenzie spaziali ASI, ESA e NASA insieme a industrie aerospaziali, tra cui Thales Alenia Spazio e Kayser Italia, e aziende del settore privato che vogliono sperimentare tecnologie e materiali innovativi spaziali per i loro prodotti.

I risultati dei miei progetti sono presentati a simposi internazionali e pubblicati su riviste scientifiche.



Sono stata Principal Investigator di due esperimenti testati in orbita sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS):

  • VEST, Missione Marco Polo, con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), 2002, è tra i migliori prodotti di design italiano del 2003 su ADI Design Index, ed è selezionato al XX Premio Compasso d’Oro ADI (2004);

  • GOAL, Missione Eneide, con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), 2005, riceve il premio Eneide Mission Award da ESA per il successo della missione.



Tra i miei libri:

  • Industrial Design for Space (2002),

  • Esercizi creativi di design. Il processo creativo nel design del prodotto ambientale per la didattica (2008),

  • Per designer con la testa oltre le nuvole (2012),

  • Forma e materia. Design e innovazione per il tessile italiano (2012),

  • For designers with their head beyond the clouds (2015).

Sono consulente per l’Enciclopedia Treccani per la quale ho scritto le voci: Space Design, in Nuova Enciclopedia Treccani del XXI Secolo (2010), e Turismo Spaziale, in Enciclopedia Italiana di Scienze, Lettere ed Arti (2016).


Couture in orbit. Moda, tecnologia, ispirazione spaziale

L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) mi ha chiesto di progettare una collezione di abiti (questa volta da utilizzare sulla terra) con materiali e tecnologie innovative derivanti dalla ricerca spaziale che è stata presentata insieme ai progetti di altre 4 scuole del design europee con una sfilata organizzata da ESA al London Science Museum il 25 maggio 2016 e alla Notte Europea dei Ricercatori nella sede italiana di ESA/ESRIN il 30 settembre 2016.

Ho sviluppato il concept della collezione Couture in Orbit insieme ai miei studenti del Master Degree in Design for the Fashion System, Advanced Sportswear Course e alla fine del corso ho selezionato le tre migliori idee insieme al team di ESA. Il progetto è continuato come attività di ricerca (unire didattica e ricerca è la formula che trovo più interessante) grazie al supporto di ESA Technology Transfer Program (TTP), agli sponsors tecnici, D’Appolonia ed Extreme Materials per l’integrazione di materiali e tecnologie nei capi, e ai laboratori del Dipartimento di Design del Politecnico di Milano, in particolare Lab Moda per la consulenza e la realizzazione dei modelli e dei prototipi, e Immagine Lab, per la documentazione foto/video di tutte le fasi del progetto.

www.esa.int ↗



Questa iniziativa è la primo progetto di apertura dell’Agenzia Spaziale Europea a un pubblico più vasto, fatto non solo di ricercatori e scienziati, ma di aziende del settore privato, per comunicare attraverso il linguaggio della moda l’importanza della ricerca scientifica svolta in orbita e le sue ricadute nella vita di tutti i giorni. L’immaginario spaziale offre scenari fantastici di sperimentazione che possono essere trasformati e reinterpretati dal linguaggio della moda, così apparentemente distante dal mondo scientifico che ruota intorno allo spazio, per esempio trovando nuove applicazioni di tecnologie per capi di abbigliamento che possano migliorare il comfort e le performances delle persone che li indossano.

Il sistema moda ha un ruolo importante in questo processo di spin-off, perché è catalizzatore di tendenze, stili di vita e comportamenti, e allo stesso tempo è aperto all’uso di nuovi materiali, tessuti intelligenti e wearables.

Couture in Orbit è anche un’occasione per riflettere sul ruolo della tecnologia in relazione alla moda che sempre di più considera l’innovazione un valore da integrare nei propri processi di produzione, soprattutto se di matrice sartoriale. Chiedersi come l’innovazione tecnologica possa influenzare i comportamenti e le performances delle persone, e come potremmo diventare più consapevoli di questo processo di trasformazione è compito del design, ed è caratteristica della nostra Scuola del Design e del Dipartimento di Design creare per i nostri studenti occasioni importanti di ricerca e confronto con il mondo reale, come questo prestigioso progetto con l’Agenzia Spaziale Europea.

www.couture-in-orbit.tumblr.com ↗

www.youtube.com ↗


I progetti di couture in orbit esa polimi

La collezione Couture in Orbit ESA POLIMI si ispira all’ambiente confinato e in microgravità che vivono gli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, guardando alle attività in orbita e le relazioni con gli oggetti, che senza peso generano nuovi comportamenti e gesti, e cercando di trovare connessioni tra i due ambienti, che apparentemente sembrano molto diversi.

La mancanza di luce naturale che sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) provoca l’alterazione dei ritmi circadiani degli astronauti provocando ansia e depressione può essere paragonato allo scompenso biochimico SAD (Seasonal Affect Disorder) tipico delle regioni nordiche. Il progetto 23.44° agisce sulla possibilità di stimolare la mente e il corpo e ripristinare l’equilibrio con fragranze terapiche inserite in strutture tubolari integrate negli abiti che si diffondono nell’aria attraverso il vapore. L’idea trae ispirazione dalla tecnologia spaziale Cooling Technology usata nelle tute Extra-Veicolari degli astronauti (EVA) per mantenere la temperatura costante grazie ad acqua riscaldata che scorre in un sistema di tubi cuciti sul tessuto interno della sottotuta.

Il cibo nello spazio è stato un’altra fonte di ispirazione che ci ha permesso di indagare condizioni analoghe che ritroviamo sulla terra: gli astronauti sono costretti a mangiare in movimento quasi perpetuo, galleggiando a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) senza avere la possibilità di restare immobili, se non ancorandosi alle strutture previste a bordo dei moduli abitabili. Gli alimenti spesso sono in forma liofilizzata e le tipologie di tools e packaging poco attraenti. Food Keeper propone abiti che consentano di trasportare e conservare il cibo e l’acqua “indossando” i propri pasti ovunque si vada e di ritrovare il piacere di consumarlo, anche se in movimento, quando camminiamo e ci spostiamo in città. Ogni abito ha una funzione diversa determinata da varie tipologie di tasche a scomparti molto capienti in grado di mantenere la temperatura costante grazie al materiale spaziale Multy Layer Insulation (MLI) utilizzato per diverse applicazioni in veicoli spaziali, strumentazione, cablaggi, elementi strutturali e parti riflettenti dei satelliti.

Il design può essere mediatore tra scienza bellezza e immaginare nuovi usi di tecnologie spaziali che non hanno ancora applicazioni diverse dall’originale. Il progetto Tourist in Space integra un brevetto ESA di un’innovativa antenna che amplifica la portata del segnale grazie a una configurazione stellare di piccoli coni, ma che potrebbe nel breve periodo essere stampata su tessuto con inchiostro conduttivo prevedendo moltissimi usi in capi e accessori grazie alla forza di trasmissione e ricezione dell’antenna in luoghi del pianeta estremi o poco raggiungibili. In questo caso, trovo interessante approfondire come la tecnologia applicata alla moda e reinterpretata anche in chiave grafica – il pattern tecnologico con il bellissimo disegno circolare – possa tradursi in valore estetico e paradossalmente esistere anche senza tecnologia.

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I primi spin-off di couture in orbit

Il successo di Couture in Orbit ha convinto L’Agenzia Spaziale Europea e il Politecnico di Milano a lanciare un nuovo Corso di Alta Formazione con POLI.design che abbiamo chiamato Fashion in Orbit per mantenere la continuità con il progetto che l’ha generato.

Offre un’opportunità unica di costruire relazioni trasversali con esperti appartenenti al settore tecnologicamente più avanzato al mondo e di esplorare come la ricerca condotta nello spazio possa ispirare la moda e creare nuove opportunità di crescita sociale e business. La capsule collection realizzata sarà caratterizzata da un alto livello di innovazione, grazie alla collaborazione con i partner industriali all’avanguardia nei campi degli smart textiles, tecnologie e wearables, e verrà presentarla attraverso un portfolio professionale con un’immagine forte e riconoscibile.

www.polidesign.net ↗

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Team couture in orbit

Project Leader

Prof. Annalisa Dominoni

23.44° Therapy Garment

Roberta Fustinoni, Giorgia Presti e Sophie Ward

Tourist in Space

Agostina Issolio, Aleksandra Obradovic e Barbara Lopes de Oliveira

Food Keeper

Alice Laurentin e Isabel Cristina Martinez