Design and Policy: A Pragmatic approach to policy making
01 giugno 2018 — 3 minuti di lettura
Mi chiamo Marzia Mortati e sono Ricercatrice presso il Dipartimento di Design del Politecnico di Milano.
Lavoro qui da più di 10 anni, e vengo da un percorso fortemente caratterizzato da una dimensione internazionale: dalla mia formazione alla ricerca che svolgo oggi, ho studiato e vissuto per molto tempo all’estero in vari paesi d’Europa e del mondo. La prima esperienza che ha segnato il mio percorso in questo senso e che ricordo sempre con grande affetto è il programma MEDes - Master of European Design, una rete di 7 scuole di design in Europa, che ho frequentato come studente e che ora coordino per la parte del Politecnico.
Dal 2007 insegno con continuità nel Master in Product-Service System Design del Politecnico, confermando anche in questo l’approccio internazionale e multi-culturale al mio lavoro, ed occupandomi in particolare di Design Innovation, Product Design e Service Design.
I miei interessi di ricerca riguardano la relazione tra Design e Innovazione, con particolare attenzione al valore che il design porta nel processo di innovazione sia nel settore pubblico che privato, rispetto al Design for Policy Making ed ai metodi ed agli approcci per favorire innovazione sistemica e sociale.
Il Design for Policy Making in particolare ha interessato in maniera crescente la mia ricerca negli ultimi anni, sia a livello internazionale che locale. Questo si riferisce alle modalità con cui il processo di design può supportare lo sviluppo di un nuovo modo di creare le policy che sia più Pragmatico, vale a dire più sperimentale e più partecipativo e centrato sui reali bisogni dei beneficiari delle policy stesse. Questo è combinato con la necessità di creare politiche basate su reali evidenze di cosa funziona e con l’interesse verso un’ibridazione dei modelli di innovazione dal privato al pubblico e viceversa.
Si tratta di un ambito di lavoro particolarmente rilevante per il design oggi che, essendosi sempre preoccupato della trasformazione di situazioni esistenti in altre migliorative a partire dal punto di vista delle persone, si propone ora anche come elemento di connessione tra cittadini, politica e pubbliche amministrazioni in maniera nuova rispetto alle avanguardie radicali del passato. Nuovo fuoco di questo approccio sono le pubbliche amministrazioni e la loro crescente necessità di operare in maniera nuova e più sperimentale in un mondo con problemi pubblici di complessità crescente, e questo è il motivo per cui da un anno con un piccolo gruppo di colleghi del dipartimento lavoriamo alla costituzione di un laboratorio di ricerca, che si chiama Design Policy Lab, per occuparci in maniera più ufficiale di questi temi.
Questi interessi di ricerca sono resi concreti da un percorso che ad oggi si è sviluppato attraverso due ricerche co-finanziate dalla Commissione Europea (DeEP - Design in European Policy, dal 2012 al 2014 e DfE - Design for Europe, dal 2014 al 2017) ed una ricerca, la più recente, co-finanziata da Fondazione Cariplo, intitolata Includi.Mi (Governo Locale ed Imprenditoria Sociale per una Milano Inclusiva), in collaborazione con il Comune di Milano - Assessorato alle Politiche del lavoro, Attività produttive, Commercio e Risorse umane ed iniziata a maggio 2017.
Facendo leva sulle esperienze pregresse, Includi.MI, condotto in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Gestionale, è focalizzato sul miglioramento della partnership pubblico-privato per la stimolazione di innovazione sociale nel Comune di Milano, al fine di verificare le potenzialità di strumenti di finanza ad impatto sociale innovativi in questo contesto (come i programmi Pay-by-Result). Questo per alcune ragioni principali: innanzitutto perché, insieme ai colleghi del Dipartimento di Management, Economia e Ingegneria Industriale (DIG), riteniamo che la parte pubblica debba rivedere fortemente le modalità di erogazione di sostegni e contributi, interagendo più efficacemente con il settore privato; inoltre, siamo dell'idea che gli strumenti innovativi di finanza pubblica a impatto sociale possano beneficiare di un approccio di co-design che metta al centro le esigenze degli attori coinvolti nel processo, in particolare, in questo caso, la pubblica amministrazione e l'imprenditoria sociale.
Il progetto si sviluppa in tre fasi principali: la prima di mappatura e osservazione dei bisogni della pubblica amministrazione e dell'imprenditoria sociale, con l'obiettivo di delineare la geografia degli interventi del Comune di Milano a sostegno dell'innovazione sociale e di individuare i gap e i punti su cui investire meglio attraverso l'approccio proposto; la seconda di condivisione delle conoscenze acquisite e del valore di questi nuovi strumenti di policy come i programmi PbR combinati con un approccio progettuale attraverso un processo di apprendimento sperimentale con la pubblica amministrazione e l'imprenditoria sociale insieme; e la terza di validazione dei risultati dell'azione intrapresa, riuscendo infine a formulare linee guida per il Comune per l'avvio di nuove politiche a sostegno dell'innovazione sociale.