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POLIFACTORY la nuova fabbrica del fare dell'Ateneo

04 marzo 2015 — 2 minuti di lettura

Sono docente di Product Service System Design all'interno del Concept Design Studio e di Industrial Design all'interno del Product Development Studio. Inisieme a Massimo Bianchini, sono il responsabile del cluster Open and Distributed Production della rete dei DESIS Lab - Design for social Innovation and sustainability. Mi occupo anche del coordinamento del gruppo di lavoro dipartimentale che ha costruito Polifactory del Politecnico di Milano, che integra uno spazio di co-working per la pre-incubazione di talenti con un Lab di ricerca sull'innovazione di prodotto-servizio e dei modelli-processi di produzione avanzata. I miei ambiti di ricerca sono focalizzati su nuovi sistemi di produzione-distribuzione, microproduzione avanzata distribuita, innovazione service design driven, design policies e policy design.

Making e autoproduzione, che cosa sono e come si relazionano?

Il making è un fenomeno emergente che sta crescendo progressivamente e che adesso si manifesta pubblicamente ma che in realtà è la spia di un grande cambiamento, di una transizione del modo di ideare, produrre e distribuire le cose. Si tratta di una grande trasformazione che investe non solo il campo del design ma che riguarda più in generale i processi di riappropriazione del fare con approcci che vanno da quello più legato alla tecnologia ad approcci più legati ad una sensibilità design driven.

C'è un fiorire di nuove esperienze e questo segnala una linea di ricerca per il futuro anche per la nostra Università, ovvero l'idea di investire su questo campo per immaginare i nuovi modelli di produzione industriale. Su questo si innestano i cambiamenti nel modo con cui i designer fanno impresa. Sempre più infatti parliamo di designer-impresa, ovvero individui che non sono né impresa né appunto consulenti tradizionali, e che si reimpadroniscono di tutte le fasi e i processi di produzione dei prodotti servizi. Queste sono sostanzialmente le nuove forme di autoproduzione, ovvero la creazione di merci attraverso un sistema tecnologico e organizzativo complesso che si mescola con l'analogico e l'handmade.

Che cos' è Polifactory?

Polifactory la nuova factory del Politecnico di Milano, che integra uno spazio di co-working, un machine shop e un'area flessibile per ospitare attività di formazione temporanea come workshop e pre-incubazione di progetti. È una delle esperienze avanzate di sperimentazione sui nuovi modelli di produzione avanzata. Unire la cultura del design, dell'ingegneria meccanica e dell'ingegneria elettronica e informatica per produrre nuove visioni e scenari sull'innovazione di prodotto-servizio.

Cosa sono oggi i nuovi spazi del fare?

Sono luoghi in cui la ricerca di base e la tecnologia si uniscono al talento, alla creatività e all'intelligenza umana creando un nuovo potenziamento sinergico che non è la semplice somma dei due ambiti ma un sistema aumentato che si relaziona con i network delle intelligenze e delle sperimentazioni a livello globale. Un luogo open nel vero senso della parola: connettivo e dialogico, allo stesso tempo materiale e capace di lavorare sugli intangibili. Sicuramente un makerspace, orientato con un approccio human-centered e attento ai temi della sostenibilità e dell'innovazione sociale e ambientale.

Quali attività di ricerca stai sviluppando su questi temi?

Stiamo immaginando la creazione di un sistema di challenge annuali per attrarre a Polifactory i migliori talenti appartenenti alle Scuole di Design e Ingegneria, i progetti più interessanti dell'Alta Scuola Politecnica e della Scuola di Dottorato, a partire da Design. Vogliamo far transitare da qui le persone che vogliono mescolare creatività, tecnologia e approccio innovativo alle merci e ai servizi. Senza distinzione tra docenti e studenti. Creando un ambiente unico per fare e apprendere.